Servizio a cura di Roberto Bergamino
ANELLO RIVOTTI 1450 M – ALPE LE MOIE 1705 m – GIAS PRIMAVERA 1757 M – GIAS GIAUTE’ 1772 M – ALPE INVERS 1647 M – RIVOTTI
Gita facile, breve e appagante, molto panoramica sulla Val Grande, adatta per questo periodo dell’anno. L’alpeggio delle Moie si trova su un panoramico pianoro, poi si raggiungono due alpeggi posti nella parte bassa del Vallone dell’Alpetto e si completa l’anello passando dai pressi dell’Alpe Invers, nel vallone di Vercellina.
VALLE: Val Grande (Valli di Lanzo)
PARTENZA: Rivotti 1450 m
DISLIVELLO: 255 m
TEMPO DI SALITA: 2,00 h circa
SEGNAVIA: 320 – 320 a – Anello 7 gias – GTA
DIFFICOLTÀ: E
Accesso stradale: da Lanzo proseguire per Pessinetto e, prima di Ceres, a un semaforo, andare a destra (indicazioni). Si supera Cantoira e successivamente Chialamberto; entrati nel territorio di Groscavallo si oltrepassano le frazioni che costituiscono il più alto comune della Val Grande fino a giungere a Pialpetta. Oltrepassata la borgata si trova sulla destra la deviazione per Alboni – Rivotti. Alcune svolte conducono a un nuovo bivio dove si deve prendere a sinistra (indicazioni) e dopo numerosi tornanti su una stretta stradina asfaltata si arriva a Rivotti dove si può parcheggiare.
Percorso: non salire lungo la strada asfaltata che prosegue a monte dei Rivotti (cartello di divieto) ma proseguire lungo la strada asfaltata che passa tre le case della borgate seguendola fino al fondo, dove diviene sterrata. Dopo l’ultima casa della borgata immettersi su un sentiero che si allontana verso sinistra (ovest – indicazioni), supera un ripetitore e subito dopo si oltrepassa un canale di scolo per l’acqua.
Si inizia a risalire nel bosco e in breve si oltrepassa un altro ripetitore. Senza cambiare direzione si prosegue, in salita, nel bosco e una serie di svolte precedono un bivio poco evidente (a sinistra si va verso il Gias Giautè). Proseguire verso destra e alcuni tratti più ripidi portano a superare un pilone votivo e subito dopo si sbuca sulla sterrata che arriva da Rivotti. Seguirla verso sinistra per arrivare, oltrepassato un rio, al bel pianoro che ospita L’Alpe le Moie 1705 m. Qui si deve abbandona la sterrata per salire a destra, in un pascolo dalla pendenza poco accentuata e, seguendo i bolli bianco rossi si entra in vista delle evidenti costruzioni del Gias Primavera 1757 m, posti al centro del Vallone dell’Alpetto che si apre alle loro spalle, che si raggiungono rapidamente. Da qui si deve piegare verso destra e, sempre seguendo i bolli segnavia, si punta verso un altro nucleo di alpeggi che si raggiungono in pochi minuti. Siamo al Gias Giautè 1772 m e, passando tra gli edifici (questo alpeggio, al contrario del precedente, non è più in uso), si continua a seguire i segnavia senza cambiare senso di marcia. Si affronta ora un breve tratto di salita più ripido per andare a scavalcare la spalla, qui poco accentuata, che separa i Valloni dell’Alpetto e di Vercellina. La traccia procede poi, molto panoramica, in piano per un breve tratto (qui il sentiero non è evidentissimo, fare attenzione ai bolli segnavia) per poi iniziare a scendere verso un bel bosco di larici (splendido d’autunno). Oltrepassato il bosco, ormai nel Vallone di Vercellina, si intercetta un nuovo sentiero segnato (sentiero GTA) che va seguito verso destra, in discesa (si passa non lontano da una scultura di legno posta su un masso). In breve si arriva alla sterrata che sale da Rivotti, la si attraversa per continuare la discesa e superare una breve fascia boscosa. Rimesso piede sulla strada seguirla verso destra per pochi metri e scendere poi a valle della stessa raggiungendo la vicina Alpe Crest 1495 m. Da li a destra per scendere rapidamente a Rivotti (ormai visibile da qualche minuto) e all’auto.
Per il giro complessivo calcolare circa due ore.
CURIOSITA’
La cappella della Madonna della Visitazione.
Arrivando a Rivotti lo sguardo è subito attratto da quella bianca chiesetta che spicca tra i prati
poco a valle della frazione, con sullo sfondo le montagne più alte della Val Grande. Anche per
chi è abituato ad arrivare a Rivotti per poi fare qualche gita nei soprastanti, bellissimi, valloni
quella vista riempie il cuore come se fosse la prima volta. Indubbiamente la chiesetta è uno
dei soggetti più fotografati di tutte le Valli di lanzo.
La cappella è intitolata alla Madonna della Visitazione ed è situata in posizione estremamente
panoramica, su un pendio moderatamente inclinato, da cui lo sguardo può abbracciare l’intera
vallata. È raggiungibile, oltre che con la strada comunale, anche a piedi in meno di un’ora, con
il sentiero GTA che parte da Pialpetta.
La cappella è molto antica. Alcune notizie della cappella risalgono a documenti del 1590
conservati all’Archivio di Stato di Torino. Altri documenti risalgono al 1613. La presenza di un
edificio religioso di una certa importanza è spiegato dal fatto che la zona era molto popolata,
oltre ad essere ricca di pascoli, boschi e punto di passaggio per le mulattiere per gli alpeggi di
Vercellina , Alpetto e dei Sagnasse.
Nella relazione parrocchiale del 1750 questa cappella viene citata come appartenente alla
Parrocchia di Groscavallo. Nella relazione della visita pastorale del 1752 si descrive la
struttura e la copertura, segnalando la capacità di ospitare 200 persone. È già presente un
campanile, discosto dalla struttura della chiesa. Nella relazione del 1769 si ordina di creare
un’intercapedine tra terreno e muro dell’abside, così da evitare infiltrazioni di umidità. Un
documento del 1839 riguarda la concessione della benedizione alla cappella, essendo conclusi
i lavori di ampliamento ed abbellimento. Nella relazione del 1843 si descrive l’edificio così
come appare oggi. Nella relazione parrocchiale del 1868 si precisa che la struttura è stata
rinnovata da poco ma il parroco torna a parlare dell’umidità, evidente un problema che si è
protratto negli anni.
Vicino alla chiesa, sul lato sud, c’è il campanile, di pianta quadrata dalle dimensioni piuttosto
ridotte ridotte, alto circa 10 m. Una piccola porta nel muro a nord consente l’accesso alla
sommità, raggiungibile salendo scale piuttosto ripide. In alto vi sono quattro aperture con
archi a tutto sesto in corrispondenza delle due campane. La copertura della torre campanaria
presenta la particolarità di una cupola semisferica, su base ottagonale, ricoperta da lose
accuratamente sagomate a mano in tessere semicircolari di grandezze diverse.