LANZO – Lunedì 26 maggio presso i locali di LanzoIncontra in piazza Rolle a Lanzo, la Morus Onlus in
collaborazione con Fieri e il patrocinio di Unione Montana Valli di Lanzo e Unione Montana Alpi
Graie, presenta il documentario “Un paese da abitare” di Andrea Fantino, che sarà presente e
disponibile per il dibattito al termine della proiezione, della durata di 100’.
Al termine della serata sarà disponibile un piccolo rinfresco allestito dal presidente della Morus
Onlus, Musa Jobe con bevande tipiche africane: baobab, ginger, karkadè e alcuni vassoi di finger
food freddo.
Le Valli di Lanzo sono state confrontate con altre tre zone in Italia sui temi delle migrazioni e
dell’accoglienza.
Cosa respinge e trattiene le persone in un piccolo centro abitato delle aree interne? Se quelle
persone sono migranti provenienti da altri paesi, cosa cambia? Si può instaurare un rapporto
virtuoso tra sviluppo locale e migrazioni?
Esperienze individuali e comunitarie, idee, proposte e domande: un intero paese, generalmente ai
margini del dibattito politico e mediatico, racconta le mille facce degli sforzi per riabitare alcuni
territori che non hanno nessuna intenzione di morire.
È l’intera penisola, da nord a sud, a far sentire la sua voce: le Valli di Lanzo in Piemonte,
Montelaterone e il Monte Amiata in Toscana, Camini in Calabria sono gli scenari in cui nascono e
prendono forma pensieri e riflessioni che interrogano la nostra società e il nostro futuro. In questi
luoghi, nell’estate del 2024 un gruppo di ricercatori si confronta con gli abitanti. Le voci si
incontrano in un’assemblea ideale e danno vita ad un coro che si leva dai propri territori per
raggiungere l’Italia tutta.
Il documentario è stato prodotto da FIERI nell’ambito del progetto SETT, grazie a un
finanziamento del “Fondo per la ricerca in campo economico e sociale” del Ministero
dell’Università e della Ricerca (MUR).
FIERI
FIERI è un istituto di ricerca indipendente con sede a Torino che da oltre vent’anni è impegnato
nello studio delle trasformazioni sociali ed economiche indotte da livelli crescenti di mobilità
internazionale e diversità culturale. Si propone, inoltre, di analizzare come le grandi transizioni
sistemiche che stiamo vivendo – in campo tecnologico, ambientale, geopolitico – interagiscano a
diversi livelli con le diverse forme di migrazione. Con questa prospettiva, produce conoscenza,
informazione, formazione, attraverso metodologie innovative, inclusi materiali multimediali, e
ponendo sempre le persone al centro.
Contatti:
tel: (0039) 011 5160044
mail: fieri@fieri.it
Andrea Fantino
Antropologo culturale e filmmaker, vive a Boves (CN) e si forma come documentarista con l’Aura
Scuola di Cinema di Ostana. La sua esperienza con l’immagine si intreccia con il suo interesse per
la ricerca antropologica nella produzione di documentari. Dopo aver dedicato anni ad un’indagine
intorno al sistema di accoglienza e alla condizione dei rifugiati a Torino, collabora a progetti di
interesse socio-culturale sul territorio, tra le Alpi e la pianura, raccontando le relazioni tra
territorio e comunità, musiche e culture, lingue e individui, migrazioni e popolazioni locali. Tra i
titoli: “Climbing Walls, Making Bridges. Capoeira, Parkour & Becoming Oneself in Turin”, “Lo sol
poder es que de dire”, “Courenta dentro”, “I balerin del Bal Veij”, “Transumare”, “Il mio posto è
qui? Vivere da rifugiati in Italia”, “Monterosso Grana. Una comunità allo specchio”, “La memòria
de l’aiga”, “Ma Tèrra”. Ha lavorato con Fredo Valla al film documentario “Bogre – La grande
eresia europea” e con Alessandro Comodin per “I tempi felici verranno presto”. Nel 2022 vince una
Menzione Speciale al Potenza Film Festival 2022 e una Menzione Speciale al Valsusa Filmfest
2024 per “La voce di chi non ha voce” e con lo stesso film partecipa al “Glocal Film Festival” di
Torino all’ “Integrazione Film Festival” di Bergamo. Con Marco Ghezzo, violinista di musica
popolare rom dell’est Europa, dirige e produce il documentario “Palé”. Si dedica alla regia e alla
produzione del documentario “L’isolato” con Andrea Ceraso e lavora al montaggio di un
lungometraggio sul viaggio nomade della Carovana Balacaval.
