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Mancano i medici. «Ma la sanità territoriale va salvaguardata»

DiElena.Caligiuri

Lug 13, 2021

LANZO – Mancano i medici. Questo sembra essere uno dei principali problemi che dovrà affrontare il nuovo direttore generale dell’Asl To 4 Stefano Scarpetta. Ad incontrarlo la scorsa settimana il primo cittadino di Lanzo Tina Assalto.

«Abbiamo parlato per più di due ore e mezza – spiega il sindaco Assalto – spiegando tutte le criticità che esistono, partendo dal Punto di Primo Soccorso di Lanzo che continua ad essere chiuso pur essendo terminata l’emergenza Covid. Il nuovo direttore ha ascoltato con attenzione, certo sta ancora cercando di orientarsi, è in carica da troppo poco tempo. La sua preoccupazione maggiore in questo momento non è tanto il bilancio, che ha fiducia di poterlo mettere in ordine, ma soprattutto la carenza di medici. Nonostante i concorsi fatti, mancano figure professionali per i reparti di medicina e per il punto di Primo soccorso. Il direttore si è impegnato a far visita all’ospedale di Lanzo. Noi intanto abbiamo anche chiesto un incontro con l’assessore regionale. Certo è sempre una gran fatica non poter avere una continuità, dover tutte le volte ricominciare ad impostare un dialogo e spiegare le varie criticità ai vertici dell’Asl che cambiano con tanta frequenza, ma noi non ci fermiamo, siamo pronti a ribadire i concetti altre mille volte pur di salvaguardare la sanità territoriale».

Ad esprimersi sulla situazione dell’ospedale di Lanzo anche Matteo Filippin, candidato a sindaco della città alle prossime elezioni

«La grave pandemia da Covid19, gli avvicendamenti ai vertici della ASL TO4, la complessa situazione economica di questa stessa ASL – commenta Matteo Filippin – hanno riportano alla ribalta delle cronache il nostalgico, quanto sfumato, ricordo di una normalità perduta, come attesa prospettiva per il futuro del presidio ospedaliero di Lanzo.
Il confronto diretto con dipendenti della struttura, operatori della sanità locale e non solo, mi mette nella condizione di espormi in merito e puntualizzare che nel quadro attuale, prospettare per Lanzo il ritorno ad un passato fatto di Pronto Soccorso H24, Medicina Generale, Chirurgia Generale, denoti un approccio non aderente alla realtà presente e per lo più inattuabile.
Gli scenari si sono evoluti velocemente, nuove esigenze stanno prendendo corpo, e con queste premesse, le risposte che si potranno dare non si troveranno nel passato, quanto in proposte per costruire le basi di un nuovo futuro. Continuare a chiedere il recupero del ruolo, della autonomia e del prestigio dell’Ospedale Mauriziano di Lanzo, significa negare che sono trascorsi trent’anni. Per un certo periodo l’ospedale di Lanzo ha davvero rappresentato una eccellenza, poi è seguito un periodo di inerzia e di rendita, quindi si è entrati nel ciclone della razionalizzazione sanitaria e tutto si è fermato.
Premessa la tutela dell’operatività del nosocomio lanzese, è necessario partire dal presupposto che, benché dislocati in sedi diverse, i presidi di Lanzo e Ciriè debbono essere considerati come un unicum dal punto di vista funzionale e della complementarietà delle competenze. Più difficile, ma doveroso, sarà entrare attivamente sul tavolo di lavoro del costruendo nuovo ospedale del canavese occidentale.
Lanzo deve essere soggetto propositivo e farsi portatore di un aggiornamento di rilevanza del ruolo dell’ospedale che ospita, in una visione della sanità non solo locale. Auspico il superamento dei limiti legati alle competenze di diagnosi e cura, puntando su contenuti di ricerca e formazione anche alla luce di una eventuale espansione strutturale impossibile nei contesti urbani di Ciriè ed Ivrea. Pensiamo per esempio al Centro Ricerche di Candiolo ed a come una eccellenza riconosciuta a livello internazionale, sia nata in mezzo ad un parco.
Attraverso il confronto con esperti e con il territorio, mi impegno nel farmi portatore di proposte ambiziose ed innovative per l’ospedale, per Lanzo, per i cittadini delle Valli.
Lanzo – conclude Filippin – deve partire dalla tutela del comprensorio alpino di cui è capoluogo, diventando la sede naturale di una medicina territoriale aggiornata alle esigenze cui il Covid19 ci ha posto di fronte e con intelligente lungimiranza guardare al futuro».