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Natura, eventi, territorio

«Le api sempre più sofferenti e bisognose d’aiuto. E noi patiamo con loro»

DiElena.Caligiuri

Ago 1, 2021

«Se un giorno, da grande, mio figlio mi dicesse di voler fare il mio lavoro da una parte ne sarei orgogliosa, perché vorrebbe dire che gli ho trasmesso la mia passione, dall’altra mi verrebbe da consigliargli di guardarsi intorno e scegliere qualcos’altro».

lo dice con un po’ di amaro in bocca, proprio lei che ogni anno addolcisce i palati con il suo miele.

Un’annata disastrosa

Elisa Ravera, che con il compagno Dario Catarossi gestisce La Ciresa Fiorìa in Val di Viù, racconta come questa sia un’annata del tutto sfortunata. «A marzo ha fatto caldo e le piante hanno spinto molto, poi ad aprile sono bastate due notti sotto zero per compromettere la fioritura e di conseguenza le api non hanno raccolto, insomma un disastro su tutta la linea. Le api poi sono animali molto sensibili e la gestione non è affatto semplice.

Basti pensare che prima del 1980 con una famiglia di api si potevano produrre 80 kg di miele, ora si arriva al massimo a 20. In più in questi anni è presente anche un acaro detto Varroa destructor che ha contribuito ad indebolire le api in modo notevole.

La raccolta di frutta è scarsa come la produzione di miele, tu lavori per ottenere cento poi se ottieni due è già tanto. Non mi stupisco che molti apicoltori decidano di mollare».

Un lavoro fra soddisfazioni e sacrifici

Ma dopo tanto studio, una laurea in agraria, un’attività avviata da otto anni e tanti sogni nel cassetto bisogna guardare avanti.

«Io e il mio compagno abbiamo l’attività dal 2013, questa è la mia strada il mio sogno realizzato, non c’è una volta che mi sveglio al mattino e penso “non ho voglia di andare a lavorare”. Hai la soddisfazione di prenderti cura degli animali, delle piante e crei un prodotto, una soddisfazione immensa, che si concretizza solo con grandi sacrifici».

“Comuni amici delle api”

Ad interessarsi ai problemi legati all’apicoltura anche L’Unione Montana Alpi Graie. «Con deliberazione di Consiglio n.13 in data 17 maggio 2021, – spiega il consigliere Lorenzo Albrì – L’Unione ha approvato un atto ad oggetto “Comuni Amici delle Api”. Lo stesso atto sta per essere recepito, e fatto proprio, dai comuni di appartenenza all’Unione. L’iniziativa è stata lanciata nel 2015 nell’ambito del progetto finanziato dalla UE “Mediterranea CooBEEration: una rete per l’apicoltura, la biodiversità e la sicurezza alimentare” e promosso da vari organismi italiani ed esteri».

Nell’Unione alpi Graie operano 50 apicoltori

«Gli impegni assunti sono molti – continua Albrì – Tra i più significativi promuovere sul proprio territorio lo sviluppo dell’attività apistica, come opportunità di reddito e inclusione sociale. Attualmente sul territorio dell’Unione operano circa 50 apicoltori.

Coltivare specie vegetali gradite alle api

Inoltre incentivare e sviluppare, nella pianificazione del verde pubblico, la coltivazione di specie vegetali gradite alle api come ad esempio i sambuchi ed i tigli, i prugnoli selvatici, gli aceri, i sorbi degli uccellatori, le betulle, i saliconi, i noccioli ed i castagni.

Promuovere iniziative ed eventi

Importante – conclude Albrì – è promuovere e sostenere iniziative mirate a favore dell’apicoltura tramite eventi, mostre, convegni includendo anche la realizzazione di concrete attività sul territorio al fine di sensibilizzare la popolazione sulla vita di questi fantastici animali».

L’apicoltore vive nel futuro e sogna, sogna sempre

Intanto l’apicoltore, pur nella consapevolezza del presente, vive costantemente nel futuro «sogna sempre- conclude Elisa Ravera – a volte va bene, a volte, molte volte, va meno bene, un occhio ai fiori, uno alle api, uno alle previsioni meteo, si è sempre proiettati al futuro, più o meno prossimo, ora che le fioriture stanno scemando non ci resta che aspettare aprile del prossimo anno, con la trepidante attesa carica di buone aspettative per quel che sarà..come tutti gli anni».