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Natura, eventi, territorio

Il cobalto nelle Valli di Lanzo, l’eterno conflitto fra economia ed ecologia

DiElena.Caligiuri

Set 7, 2021

Punta Corna (foto di Beppe Leyduan da “I camosci bianchi”)

VALLI – L’eterno conflitto fra economia ed ecologia continua a farsi sentire. E questa volta sono le Valli di Lanzo a detenere, forse, uno degli elementi più ricercati in quest’ultimo periodo: il cobalto. Una materia prima indispensabile per la produzione di batterie, che, in base alle indicazioni dell’Unione Europea, serviranno per alimentare la transizione verso la produzione dei veicoli elettrici.

A non lasciarsi scappare la possibilità di estrarre questo elemento è una multinazionale australiana che ha richiesto di poter effettuare dei sondaggi esplorativi nel territorio di Usseglio e Balme.

In Val d’Ala l’area interessata è il versante nord di Balme, mentre in val di Viù l’area di lavoro si colloca nel settore tra il vallone dell’Arnas e del Servin, dominati da Punta Corna dove verrebbero effettuati una serie di perforazioni a carotaggio.

Le posizioni dei sindaci

Una richiesta che era già stata formulata nel 2018 e che ora torna nuovamente a far discutere amministratori ed enti. A dare parere contrario in una delibera di giunta il sindaco di Balme, Gianni Castagneri.

«Riteniamo del tutto inadeguati – spiega Castagneri- sfruttamenti minerari del luogo, che contrastano fortemente con le scelte strategiche e amministrative sostenute negli ultimi decenni, indirizzate alla promozione e alla conservazione delle elevate qualità ambientali e paesaggistiche del luogo, da svilupparsi invece nei termini di uno sviluppo economico improntato a scelte di turismo responsabile e sostenibile. 

Esprimiamo particolare preoccupazione per l’impatto che l’eventualità di coltivazioni minerarie della zona potrebbero avere nei confronti del SIC (Sito di Interesse Comunitario) del Pian della Mussa e dell’esistente concessione mineraria per acque minerali, grazie alla quale vengono garantiti in loco numerosi posti di lavoro.

Sottolineiamo quindi la nostra contrarietà a qualsiasi pratica di ricerca e di coltivazione mineraria che interessi il suolo e il sottosuolo ricompreso nei confini amministrativi del Comune».

Pur precisando che la decisione dipende dal Ministero, il sindaco di Usseglio Pier Mario Grosso non esclude a priori l’iniziativa.

«Sono favorevole – dichiara Grosso – a patto che si possa avere un riscontro positivo per il nostro territorio, che possa contribuire a creare posti di lavoro e che il personale sia delle Valli e che non sia dannoso dal punta di vista ambientale».

La posizione di Pro Natura

Ma è proprio il problema ambientale a destare le maggiori preoccupazioni. Pro Natura, che da decenni lotta per salvare boschi o contrastare la costruzione di inceneritori, per tutelare l’equilibrio idrogeologico di valli, a sostegno della creazione di parchi, preparerà una serie di osservazioni da inviare al Ministero entro il 10 settembre, cioè fra pochi giorni per spiegare i danni che potrebbero provocare sondaggi sul suolo di questo tipo. «Stiamo preparando una serie di osservazioni – spiega Emilio Delmastro – che potrebbero già essere pronte domani – dove segnaliamo la nostra contrarietà. Intanto queste frese, per potersi raffreddare hanno bisogno di acqua e quest’ultima viene riversata sul suolo sporca di detriti che potrebbero essere dannosi. In più questi lavori generano un notevole rumore che andrebbe a disturbare gli animali, creando un danno all’ambiente. Quel che bisognerebbe capire è che non si può limitare un danno dovuto all’inquinamento creandone un altro. L’unico modo per poter vivere meglio è cercare di limitare i consumi, tutelando le risorse del territorio, magari rinunciando a qualche comodità. Il territorio delle Valli di Lanzo poi è davvero di grande pregio, non si può pensare di danneggiarlo in alcun modo».

Lago del Servin, sullo sfondo svetta la Punta Corna (foto di Beppe Leyduan da “I camosci bianchi”)

Valli di Lanzo in Verticale

Intanto gruppi e associazioni iniziano a manifestare la propria contrarietà. come il gruppo Valli di Lanzo in verticale. «Vi immaginate l’estrazione di preziosi minerali cosa comporterebbe in termini di impatto ambientale per quelle zone? Le auto elettriche sono così sostenibili e poco inquinanti che, tra vari aspetti ambientalmente impattanti, rischiano di stravolgere e impoverire ambienti unici. Valli di Lanzo in Verticale ha, nel suo statuto, la tutela dell’ambiente e si opporrà fermamente a qualunque progetto di scellerato sfruttamento del nostro territorio».

Dal Blog “I camosci bianchi” di Beppe Leyduan

Del medesimo parere anche Beppe Leyduan del Blog di discussione sulla montagna “I Camosci bianchi” che sottolinea: «Sono più di cento anni che provochiamo danni all’ambiente ed ora per cercare di rimediare frettolosamente e grossolanamente cosa facciamo? Altri danni». E spinge a leggere alcuni articoli su alcuni studi di due Università australiane che spiegano come “le attività umane anche minime che arrecano un disturbo occasionale agli animali hanno un impatto profondo. Nello specifico, i movimenti degli animali vengono aumentati ben del 70% in risposta a disturbi di tipo occasionale. Maggior movimento significa maggior dispendio di energie, un fattore critico nella lotta per la sopravvivenza”. E che “Il degrado degli habitat, i cambiamenti climatici, lo sfruttamento eccessivo, l’inquinamento e le specie invasive sono le cause principali del rapido declino della biodiversità sulla Terra”.

Gipeto Bellacò con il pullo, Valle Viù (foto di M. Chiereghin tratta dal n. 2 del 20 luglio 2021 di “Avvoltoi Piemonte”)

Una biodiversità che il territorio delle Valli conosce bene con la ricomparsa del lupo e la nidificazione (attualmente attiva), in Val di Viù, del gipeto, unica accertata in area piemontese. Senza contare stambecchi, camosci, marmotte… Loro che si affidano alle leggi della natura, quelle che di solito non sbagliano mai.