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I Massi di Balme di Cantoira: 100 anni fa l’idea dell’alpinista Ferreri di trasformarli in una palestra di roccia. Da allora un grande lavoro di valorizzazione del sito

DiElena.Caligiuri

Mar 16, 2023

A cura di Roberto Bergamino

VAL GRANDE – Risalendo la Val Grande di Lanzo, oltrepassato l’abitato di Cantoira, si supera un piccolo camping e subito dopo, a valle della provinciale, appena prima di arrivare alla frazione Balme, si notano a sinistra, a valle della provinciale e adagiati nel prato, un paio di grossi massi. Si tratta due blocchi di crollo con relative schegge d’impatto staccatisi dalle pareti soprastanti la strada provinciale da tempo immemorabile.

Curiosità geologiche a parte i due massi sono noti, tra gli alpinisti e i climber come i “Massi di Balme di Cantoira” e non è raro vedere persone che si cimentano ad arrampicare su questi due grossi blocchi rocciosi. L’origine della frequentazione alpinistica risale alla primavera del 1923, cento anni fa, grazie a Eugenio Ferreri, vincitore l’estate precedente della Parete Nord dell’Uja di Ciamarella. Secondo quanto raccontava l’alpinista accademico torinese Firmino Palozzi, Ferreri vi si fermò un giorno attirato dalla
possibilità di ricavarci una palestra di roccia. Con gli scarponi dell’epoca, chiodati, si sarebbe cimentato nella salita di alcune placche.

Fu però proprio Palozzi, alla fine degli anni ’20 a frequentarli con maggiore assiduità. Le prime vie chiodate risalgono invece al 1986, quando Gigi Mennini, un villeggiante assiduo frequentatore del sito, pose alcuni chiodi a espansione per l’artificiale (donati da Antonio “Tom” Balmamion). I Massi di Balme di Cantoira, dunque, hanno una notevole valenza storica, soprattutto per gli importanti nomi dell’alpinismo e dell’arrampicata piemontese che vi hanno lasciato una firma, oltre ad alcuni “forestieri”: Gian Piero Motti, Gian Carlo Grassi, Alessandro Gogna, Marco Scolaris, Marco Bernardi, Marco Blatto (solo per citarne alcuni). L’8 giugno del 2012, nell’ambito di un progetto di turismo accessibile, i massi furono chiodati con resinati dalle Guide Alpine Valli di Lanzo. L’operazione segnò un indiscutibile aumento della frequentazione, ma scomparvero anche alcuni nomi storici degli itinerari, che furono per l’occasione ribattezzati. Gli ultimi anni hanno visto un nuovo lavoro di valorizzazione del sito, con l’apertura di nuove linee chiodate e il ripristino di itinerari storici con i nomi originali, per opera di Marco Blatto e Simona Droetto.
Frequentatissimo tutto l’anno in assenza di neve, specie nei fine settimana e per via dell’estrema comodità di accesso, il sito è ideale per corsi e scuole di arrampicata, dove si possono acquistare prodotti e visitare le stalle, per un turismo “integrato”. Per le relazioni delle vie è possibile consultare la guida “Val Grande in Verticale” (M.Blatto, E.Bonfanti, L.e M.Enrico, Idea Montagna 2018) o il
sito: www.vallidilanzoinverticale.it (si ringrazia Marco Blatto per le informazioni).