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la Grafite

Natura, eventi, territorio

Quel grissino tutto lanzese che salvò la vita al Duca Vittorio Amedeo II di Savoia

DiElena.Caligiuri

Ago 30, 2022

LANZO – Croccante, dorato, saporito, ma soprattutto salvifico. E sì perché il grissino, alimento così tanto amato che accompagna pranzi, cene e spuntini, ha una storia antica e alquanto curiosa che si cela fra i vicoli e le chintane lanzesi. Una storia che verrà illustrata e raccontata in occasione della Sagra del Torcetto, Grissino e Toma di Lanzo del 9,10 e 11 settembre.

≪Nella seconda metà del Seicento – come scrive Roberto Giardino Calcia, presidente del Comitato Ponte del Diavolo, nel suo libro “Storia di Lanzo in date” – grazie all’intuito di Teobaldo Pecchio, medico di corte e alla bravura del panificatore lanzese Antonio Brunero, venne salvato da morte quasi certa il Duca Vittorio Amedeo II, una delle persone più importanti della dinastia Savoia.

Vittorio Amedeo II fin da piccolo era di salute cagionevole e il medico di corte Pecchio, che abitava a poca distanza dalla torre Aimone di Challant, ≪…dopo molte prove, visite e consulti ricordò di aver avuto in giovane età disturbi simili a quelli del duca, problemi digestivi. La madre del medico aveva trovato il modo per nutrirlo e farlo crescere in salute, anziché il pane comune gli proponeva del pane ben lievitato, impastato con pochissima acqua, croccante e privo di mollica. Il medico si rivolse quindi al panettiere di casa Savoia, fece separare l’impasto in tante striscioline da allungare con il movimento delle mani. Una volta cotte diventarono dei bastoncini appena dorati, con assenza totale di acqua e molto croccanti. Erano nati i grissini. Il dottore buttò medicamenti e pozioni e alimentò il giovane Duca con i grissini. Vittorio Amedeo II superò le difficoltà di stomaco ed il giovane fisico si ristabilì in breve tempo≫.

Il grissino diventò il pane preferito in casa Savoia, inoltre cominciò ad avere una grande diffusione in Piemonte sia fra i nobili sia fra le persone meno agiate che apprezzavano non solo la fragranza e la leggerezza dei grissini stirati ma anche la doratura, maggiore di quella del pane comune.

Proprio questa straordinaria fragranza la si potrà gustare e ammirare nei giorni della Sagra grazie alle visite guidate del Comitato Ponte del Diavolo e del gruppo teatrale il Ribaltino. Prima una tappa alla casa del medico di corte Teobaldo Pecchio, dove spicca una targa posata dal Comitato nel 1988 e poi su alla “Casa dei Ceci” dove si terrà una dimostrazione di come vengono realizzati i grissini. Con tutta quella genuinità e destrezza che ancora oggi il medico Pecchio e il panificatore Brunero apprezzerebbero.